Dott.ssa Giada Turra

PSICOLOGA

Chi sono

Sono la D.ssa Giada Turra, Psicologa iscritta al n. 10572 dell’albo dell’Ordine degli Psicologi del Veneto. Sono da sempre interessata alla psiche e a tutto ciò che attiene il mondo psicologico, infatti, come spesso accade a tanti di noi, mi sono sempre chiesta da dove derivino certe nostre attitudini, se siamo determinati da ciò che ereditiamo dai nostri genitori o se abbiamo possibilità di intervenire sul nostro “destino” (la famosa diatriba cultura vs. natura) e per questo, terminato il liceo classico, ho deciso di intraprendere gli studi in psicologia presso l’Università degli Studi di Padova. Ben presto ho iniziato ad interessarmi sempre più al tema del cambiamento e di come sia possibile intervenire in situazioni più o meno complesse per migliorare la qualità di vita delle persone. I miei interessi nel settore riguardano l’ambito psichiatrico, le dipendenze e soprattutto i disturbi “della vita quotidiana”, come mi piace definirli (ovvero disturbi ossessivi, ossessivo-compulsivi, fobici ecc.) e le disabilità sensorialiMi sono avvicinata in particolare al mondo della sordità incuriosita dalla possibilità di poter comunicare con un altro canale sensoriale, ovvero quello visivo-gestuale e sono rimasta impressionata di come tutto si possa fare in lingua dei segni, anche una terapia psicologica. Per questo ho deciso di lavorare anche con persone sorde che necessitano di un supporto psicologico in lingua dei segni. Sono inoltre particolarmente affascinata dal lavoro con la prima infanzia, in quanto è possibile lavorare con i genitori al fine di prevenire lo sviluppo di patologie severe. Anche per questo motivo mi sono formata con un master in Psicologia Scolastica e sono inoltre diventata Istruttore Certificato Baby Signs Italia®.

Baby Signs® è un programma di comunicazione gestuale (segnata) rivolta a neonati e bambini udenti molto piccoli (da 0 a 18-24 mesi), studiato per dar loro la possibilità di comunicare prima di aver imparato a parlare.

Ogni genitore sa quanto sia frustrante sentire piangere il proprio figlio senza capirne il motivo e non sapendo quindi in che modo aiutarlo. Questa stessa frustrazione, è vissuta anche, e soprattutto dai bambini! Ogni giorno i nostri piccoli ci mostrano di capire tutto quello che noi diciamo loro, anche se non hanno ancora imparato a parlare! I nostri bambini sono infatti desiderosi di comunicare i loro bisogni già intorno ai 7-8 mesi, ma la loro capacità di utilizzare efficacemente le parole si sviluppa dopo, per alcuni bambini anche un anno più tardi! Numerosi studi hanno dimostrato che la qualità e l’efficacia delle interazioni comunicative genitore-bambino nei primi anni d’età rappresentano la base dello sviluppo emotivo e sociale del bambino, oltre ad essere strettamente connesse allo sviluppo delle abilità linguistiche. E lo sviluppo delle abilità comunicative vede come protagonista delle fasi iniziali l’utilizzo del canale gestuale. I gesti, infatti, compaiono prima delle parole nel repertorio comunicativo del bambino. (Bates, 1976; Bates, Benigni, Bretherton, Camaioni & Volterra, 1979; Greenfield & Smith, 1976) Tutti i bambini, quindi, iniziano a comunicare con la gestualità, è questo il motivo per cui imparano con facilità ed entusiasmo i segni!

Per tutti i primi mesi di vita, all’adulto è affidato l’importante compito di interpretare i primi, inconsapevoli, segnali comunicativi del neonato. Giorno dopo giorno, osservandone i comportamenti e mettendoli in relazione al contesto, i genitori imparano a distinguere tra diversi tipi di pianto (di fame, di sonno, di malessere), ad attribuire un significato a determinate posture (inarcare la schiena per esprimere dissenso, strofinarsi gli occhi per il sonno) vocalizzi, smorfie. Nel secondo semestre di vita si assiste ad un’importante tappa maturativa: l’emergere dell’intenzionalità comunicativa. Il bambino prende consapevolezza del valore comunicativo dei suoi comportamenti: capisce che i segnali che manda (azioni, gesti, vocalizzazioni) sono in grado di produrre effetti e cambiamenti sull’ambiente che li circonda. Comincerà quindi ad utilizzarli in modo esplicitamente intenzionale.   I primi comportamenti intenzionali a comparire fisiologicamente sono i “gesti deittici” (“indicare – dare-mostrare”). Sono gesti che i bambini utilizzano con una valenza di tipo richiestivo (il bambino indica o stende la mano con il palmo rivolto verso l’alto per chiedere un oggetto di suo interesse, ad esempio la macchinina sopra il tavolo!) e una valenza dichiarativa (mostrare, indicare o dare un oggetto all’adulto per condividerne interesse/attenzione, per poterne parlare insieme!). Successivamente si assiste alla comparsa di un secondo tipo di gesti definiti “gesti referenziali”, che trasmettono un significato ben preciso, proprio come le parole! È l’esempio di gesti routinari come “BRAVO” (il bambino batte le mani chiedendo l’approvazione dell’adulto), “CIAO” (il bambino muove la manina per commentare che qualcuno è uscito), “PIU’” (il bambino allarga le braccia per commentare che qualcosa è finito), “SI-NO” (muovendo la testa). Sono gesti che nascono all’interno di attività e giochi di routine con l’adulto di riferimento quindi strettamente connessi all’interazione sociale del bambino.

Ho deciso di seguire e promuovere questo Programma proprio per i suoi numerosi benefici. L’uso del Programma Baby Signs®:

  • Riduce lacrime e frustrazione
  • Facilita l’apprendimento del linguaggio verbale
  • Stimola lo sviluppo cognitivo
  • Favorisce l’autocontrollo del comportamento e delle emozioni
  • Rafforza il legame genitore-bambino
  • Accresce l’autostima

Gli aspetti che più mi hanno interessato sono:

Riduce la frustrazione (sia del bambino che dei genitori)

Quelli che comunemente chiamiamo “capricci” sono episodi che derivano spesso dal fallimento della comunicazione da parte dei bambini. Infatti, anche i bambini molto piccoli hanno bisogni e desideri che non sempre riescono ad esprimere in modo corretto. Indicano, piangono, producono un “Ah Ah Ah” per comunicarci qualcosa che spesso non riusciamo a cogliere. Questo li porta a sentirsi frustrati e di conseguenza a mettere in atto comportamenti di collera o di pianto. Con i segni i bambini potranno finalmente dirci chiaramente quello che vedono, desiderano o sentono senza innervosirsi. Il beneficio si estenderà in questo modo anche ai genitori, diminuendo la frustrazione che loro stessi provano nel veder il loro piccolo in difficoltà e non saperlo aiutare. (Vallotton, 2011).

Rinforza il legame genitore-bambino

Come osservato, grazie all’uso dei segni la comunicazione diventa più efficace: il numero delle interazioni positive tra il genitore ed il bambino aumentano e quelle negative diminuiscono. Si registra inoltre, una maggior frequenza delle interazioni visuali e tattili (Gongora, 2009). I genitori, come confermato dai questionari, riferiscono di conoscere meglio il proprio bambino e di sentirsi più legati a lui da quando usano i segni (Vallotton, 2005).

Favorisce l’autocontrollo delle emozioni e dei comportamenti

La lingua offre un set di strumenti mentali per l’autoregolazione: ci permette infatti di riflettere e modificare il nostro comportamento. Si è visto che all’età di 3 anni i bambini verbalizzano i loro pensieri “pensando ad alta voce” ed in questo modo si autoregolano. Le ultime ricerche hanno dimostrato che i segni infantili forniscono ai bambini preverbali, la possibilità di partecipare attivamente alla loro auto-regolazione (Vallotton, 2008).

Inoltre i bambini sono capaci di usare i segni per descrivere le loro emozioni e quelle degli altri (empatia). I segni ci rivelano una comprensione sofisticata del mondo socio-emotivo dei bambini preverbali (Vallotton, 2009). 

Un altro campo di mio interesse è la psicologia giuridica, soprattutto per quanto riguarda la tutela dei minori nelle situazioni di conflittualità genitoriale. Per questo motivo ho svolto un corso di alta Formazione in Psicologia Giuridica.

 

Il mio lavoro consiste nell’aiutare le persone a mettere a fuoco e superare una fase particolarmente critica dell’esistenza. In alcuni momenti della vita, infatti, l’intervento psicologico può risultare un aiuto efficace nella risoluzione di specifici problemi e nel raggiungimento di obiettivi. Il mio lavoro si rivolge a tutti coloro che stanno attraversando un momento difficile della vita, che desiderano risolvere una situazione problematica o che intendono raggiungere un obiettivo.

Formazione

Mi sono laureata in Psicologia Clinico-dinamica presso l’Università degli Studi di Padova ed in seguito ho proseguito la mia formazione perfezionandomi con un Master in Psicologia Scolastica presso l’Istituto Galton, con un corso di alta formazione in Psicologia Giuridica presso il Centro Padovano di Terapia della Famiglia e con un Master in Psicologia Clinica Strategica presso il Centro di Terapia Strategica – sede di Trento. Ho poi continuato il mio percorso presso il Centro di Terapia Strategica, nella sede centrale di Arezzo, al fine di conseguire la Specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica. Ho inoltre approfondito la conoscenza della LIS (Lingua dei Segni Italiana) e del mondo della sordità con corsi specifici presso l’Ente Nazionale Sordi (ENS) e sono istruttore certificato Baby Signs Italia ®.

Non c’è notte che non veda il giorno

William Shakespeare